Politica internazionale

L'ombra dell'ex presidente sui candidati. DeSantis fallisce l'affondo, la Haley convince

La sorpresa dell'imprenditore Ramaswamy. Ma tutti i sondaggi per Donald

L'ombra dell'ex presidente sui candidati. DeSantis fallisce l'affondo, la Haley convince

Ascolta ora: "L'ombra dell'ex presidente sui candidati. DeSantis fallisce l'affondo, la Haley convince"

L'ombra dell'ex presidente sui candidati. DeSantis fallisce l'affondo, la Haley convince

00:00 / 00:00
100 %

Per un istante, all'interno del Fiserv Forum di Milwaukee, il Partito repubblicano è sembrato nuovamente un partito normale. Sul palco, otto candidati alla nomination 2024, espressione delle varie sensibilità, più o meno estreme, più o meno moderate, dell'attuale conservatorismo Usa. Ma è bastato che venisse evocato il nome del Grande Assente, per comprendere per chi batte veramente il cuore della base elettorale del Gop: sempre lui, Donald Trump. I «booo» e i fischi che si alzavano dalla platea ogni volta che il suo nome veniva evocato in maniera critica sono stati un segnale eloquente.

Il tycoon, dall'alto del suo 52% di consensi nei sondaggi, ha disertato l'appuntamento in Wisconsin (Stato chiave vinto per un soffio da Biden nel 2020) organizzato da Fox News. Quasi in contemporanea, si è fatto intervistare in streaming su X da Tucker Clarson, ex star dell'emittente all news di Rupert Murdoch, cacciato ad aprile dopo che il magnate australiano aveva dovuto sborsare 787 milioni di dollari per riparare alle sue sparate diffamatorie pro-Trump contro la Dominion Voting Systems.

Una dimostrazione di forza per Trump e un chiaro segnale a Murdoch e alla sua Fox: «Hanno fatto male a licenziarti. Faremo più ascolti di loro». Mentre l'ex presidente ripeteva il suo consueto copione - riassumbile in, «le accuse contro di me sono tutte stronzate» - gli otto sfidanti tentavano di guardare al dopo-Trump. «L'elefante che non è nella stanza», come l'ha definito uno dei due moderatori, Bret Baier. Secondo le previsioni della vigilia, il dibattito si preannunciava come un «tutti contro DeSantis». Il governatore della Florida, sebbene la sua campagna non riesca a decollare, rimane pur sempre, col 15%, al secondo posto nei sondaggi. Il confronto di Milwaukee era per lui l'occasione per rilanciarsi sul piano nazionale: missione fallita. DeSantis è rimasto per gran parte del tempo ai margini del dibattito. Teso, poco empatico, a tratti imbarazzante nel tentativo di non farsi superare a destra dal 38enne imprenditore di origini indiane Vivek Ramaswamy, a sorpresa terzo nelle rilevazioni, con il 9% di consensi tra gli elettori repubblicani. È proprio su Ramaswamy che si sono concentrate le battute più taglienti degli altri candidati. «Sembra di ascoltare ChatGPT» e «sei un dilettante come Obama», gli ha detto un esasperato Chris Christie, dopo l'ennesima sparata nella quale Ramaswamy si proponeva come il «nuovo» rispetto all'establishment del Gop. «Non è il momento di fare apprendistato. Non ci serve un altro esordiente», lo ha invece attaccato l'ex vice presidente Mike Pence. E ancora, quando Ramaswamy, al pari di DeSantis, ha promesso di staccare la spina degli aiuti all'Ucraina e concentrare gli sforzi militari Usa per proteggere il confine col Messico in chiave anti-immigrazione, l'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley lo ha accusato di difendere un «assassino» (Putin) rispetto a un Paese alleato dell'America: «Non hai nessuna esperienza di politica estera, e si vede».

Proprio Christie, Pence e Haley sono apparsi i vincitori della serata. Il primo, ex governatore del New Jersey ed ex alleato di Trump, è oggi il candidato più critico nei confronti del tycoon: «Basta normalizzare i suoi comportamenti». Pence, che ha rivendicato la sua difesa della Costituzione nel fatidico 6 gennaio 2021, si è presentato come uomo di esperienza e campione della destra religiosa, proponendo il divieto di aborto a livello nazionale dopo 15 settimane. Un'ipotesi bocciata da Haley, che è apparsa più cauta su un tema che sta dividendo l'elettorato femminile repubblicano. Sue due delle battute più efficaci della serata. «Trump è il politico più odiato d'America». Tradotto: non vincerà mai la Casa Bianca, dobbiamo andare oltre. E, citando Margaret Tatcher, «se vuoi che di una cosa si parli chiedi ad un uomo, sei vuoi che una cosa sia fatta chiedi ad una donna».

Non pervenuti gli altri tre candidati presenti sul palco: il senatore del South Carolina Tim Scott, il governatore del North Dakota Doug Burgum e l'ex governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson.

Tutti e tre troppo timidi o troppo moderati per conquistare la scena.

Commenti