Guerra in Ucraina

Mosca alza ancora il tiro "Usa parte della guerra. Nulla resterà immutato"

L'attacco: "Basta fornire armi". Ma la Casa Bianca chiede al Congresso 13 miliardi per Kiev

Mosca alza ancora il tiro "Usa parte della guerra. Nulla resterà immutato"

Avvertimento o minaccia. Chiamatelo come volete ma da Mosca arriva il segnale che, unito a molti altri, lascia intendere come al Cremlino stiano perdendo la pazienza per gli aiuti militari ed economici degli Stati Uniti all'Ucraina, per l'andamento del conflitto e per le misure concordate dal G7, dopo l'intesa trovata per fissare un prezzo al tetto del petrolio russo, mentre l'Unione europea annuncia tramite Ursula von der Leyen che è anche «il momento di un tetto Ue al prezzo del gas». Nonostante il capo della diplomazia di Mosca Sergei Lavrov dica che «non ci spaventa, e non ci fa nemmeno vacillare» il fatto che «gli Stati Uniti non risparmiano sforzi per esercitare la più forte pressione politica e psicologica sul nostro Paese», le parole più esplicite sono state dirette proprio alla principale potenza rivale dal suo vice, Serghei Ryabkov. C'è ormai solo una «sottilissima linea a separare gli Stati Uniti dal diventare una parte nel conflitto», ha avvertito il numero due del ministero degli Esteri. Mosca insiste su un elemento che potrebbe cambiare il corso del conflitto: «Mettiamo in guardia gli Usa dal fare passi provocatori, compresa la fornitura all'Ucraina di armi di sempre più a lunga gittata e più distruttive». E ancora: «Le sfacciate forze anti-russe - avverte Ryabkov - non devono illudersi che tutto rimarrà immutato una volta che quella linea sarà superata».

Sono parole recapitate proprio nel giorno in cui la Casa Bianca annuncia che chiederà al Congresso altri 13,7 miliardi di dollari per aiutare l'Ucraina contro l'invasione russa, di cui 2 miliardi per affrontare l'impatto della guerra sulle forniture energetiche americane. Sono parole minacciose, da parte di Mosca, che si sommano ad altre dichiarazioni insistenti. Ieri il gigante russo dell'energia, Gazprom, ha deciso di interrompere le forniture di gas destinate al gasdotto Nord Stream 1 «fino a data da destinarsi» dopo che il portavoce del Cremlino Dimtry Peskov aveva scaricato le responsabilità di un eventuale stop all'Occidente, attribuendone la causa alle sanzioni che non permettono di rimettere in funzione una turbina fuori servizio. Il gas pesa come un'arma potentissima nel conflitto.

Ma le dichiarazioni bellicose dei rappresentanti della diplomazia russa riguardano soprattutto le forze militari in campo. Con l'arrivo dagli Usa dei missili a media gittata, gli ucraini hanno riguadagnato terreno e potenziato la loro resistenza. L'invio di missili a lunga gittata, con una gittata di oltre 100 chilometri in grado di colpire fino in territorio russo, sono una delle pressanti richieste che da tempo arriva da Kiev ma che viene considerata da Mosca al pari di una dichiarazione di pieno ingresso di Washington nel conflitto.

Joe Biden ne è consapevole, come lo è dei rischi che sistemi avanzati finiscano in mano ai russi e che gli ucraini vadano prima addestrati al loro uso per poter cambiare il corso del conflitto.

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