Guerra in Israele

Navi e aerei Usa per proteggere Israele: "È il loro 11 settembre". La Ue con Blinken

Il capo della diplomazia americana chiama Italia, Germania e Gran Bretagna. Il giallo sul ruolo diplomatico dell'Egitto, Erdogan: "Lavoriamo per la pace"

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Gli attacchi di Hamas hanno rafforzato la storica alleanza tra Usa e Israele, e Joe Biden è pronto ad inviare aiuti militari a Benjamin Netanyahu. Il presidente americano ha assicurato al premier dello Stato ebraico che «ulteriore assistenza per le forze di difesa del suo paese è in arrivo, e altri aiuti seguiranno nei prossimi giorni». Biden ha ordinato alle navi e agli aerei da guerra statunitensi di avvicinarsi a Israele in segno di sostegno, mentre il capo del Pentagono Lloyd Austin ha spiegato che gli Stati Uniti forniranno apparecchiature e munizioni. Al Palazzo di Vetro dell'Onu, intanto, il Consiglio di Sicurezza si è riunito a porte chiuse, e l'ambasciatore israeliano Gilad Erdan ha detto senza mezzi termini che «è il momento per cancellare completamente le infrastrutture terroristiche di Hamas». «I soldi dati a Gaza vengono usati non per mangiare o per costruire scuole, ma solo per il terrorismo - ha aggiunto - Gli incentivi economici non possono cambiare un'ideologia genocida. Non avrebbe funzionato con l'Isis e con Al Qaida, non funziona con Hamas». Erdan ha sottolineato che le azioni «disumane» commesse dai «terroristi animali» di Hamas (che ha paragonato alle «squadre naziste durante la seconda guerra mondiale») sono «crimini di guerra palesi e documentati»: «Questo è l'11 settembre di Israele, e da ora in poi nulla sarà come prima. Questa è una guerra contro il mondo civilizzato e libero». Il segretario di stato americano Antony Blinken, da parte sua, ha spiegato che «vogliamo assicurarci che Israele abbia il necessario per affrontare l'attacco». Il capo della diplomazia Usa sta sentendo gli omologhi di diversi paesi, a partire dai ministri degli Esteri di Arabia Saudita ed Egitto, con cui ha ribadito «il diritto di Israele a difendersi» e spinto per «sforzi coordinati per raggiungere uno stop immediato» degli attacchi. Inoltre ha parlato con i colleghi di Italia, Germania, Gran Bretagna, e l'alto rappresentate degli affari esteri dell'Ue: «Insieme dobbiamo lavorare a un immediato arresto degli attacchi e sostenere il diritto di Israele a difendersi, salvare gli ostaggi e proteggere i suoi cittadini», ha detto della telefonata con Antonio Tajani, Annalena Baerbock, James Cleverly e Josep Borrell. Il titolare della Farnesina ha condiviso con l'omologo egiziano Sameh Shoukry il sostegno a tutte le iniziative diplomatiche di mediazione, riconoscendo un ruolo primario del Cairo in tal senso, auspicando la possibile istituzione di corridoi umanitari per la liberazione dei prigionieri detenuti a Gaza, in particolare bambini, donne e anziani. Proprio per proseguire l'azione diplomatica di dialogo con tutti i partner della regione, il vice premier si recherà in Egitto mercoledì e giovedì per incontrare le massime autorità del Paese: «Chiederemo all'Egitto di svolgere un ruolo per la de-escalation della situazione», ha detto. Dopo che il Wall Street Journal aveva riferito come Israele avesse chiesto all'Egitto di aiutarlo con una mediazione per il rilascio dei suoi cittadini tenuti in ostaggio, tuttavia, una fonte ufficiale citata dal Times of Israel ha smentito, affermando che lo Stato ebraico «non sta conducendo alcun negoziato» con Hamas tramite il Cairo. Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, intanto, ha lanciato un appello alle parti a «sostenere la pace» e ad astenersi dal colpire civili: «Siamo pronti a fare di tutto per ridurre le tensioni». Berlino, invece, ora intende rivedere gli aiuti ai palestinesi: la ministra dello Sviluppo, Svenja Schulze, ha sottolineato che il governo è sempre stato attento a verificare che i soldi venissero usati solo per fini pacifici, ma «questi attacchi contro Israele segnano una frattura terribile.

Rivedremo il nostro intero impegno per i territori palestinesi».

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