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Non solo taglio dell'Irpef. Nella riforma fiscale anche la flat tax per tutti

Ires a due velocità per le imprese che investono Stop all'Irap, cedolare secca per ogni immobile

Non solo taglio dell'Irpef. Nella riforma fiscale anche la flat tax per tutti

Riduzione della pressione fiscale, certezza delle norme, taglio al contenzioso e attrazione dei capitali esteri. Sono gli obiettivi generali della riforma fiscale del governo Meloni esplicitati attraverso la legge delega i cui punti salienti sono stati messi nero su bianco su alcune slide del ministero dell'Economia.

La parte fondamentale, come noto, è l'abbassamento del carico sui contribuenti. Questo fine non sarà raggiunto solo attraverso la rimodulazione da 4 a 3 degli scaglioni Irpef (con aliquote più basse nell'immediato) ma anche con l'estensione della flat tax nella versione dedicata ai redditi incrementali anche ai lavoratori dipendenti. Le risorse giungeranno parzialmente dalla revisione delle agevolazioni, con una forfetizzazione per scaglioni.

È previsto anche il «graduale superamento dell'Irap, con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti attraverso l'introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires (per garantire i livelli di finanziamento della spesa sanitaria)». Si tratta di una previsione già contenuta nella delega fiscale elaborata ai tempi del governo Draghi e ora ripresa. Anche l'Ires sarà rivista con l'introduzione di due aliquote. Quella ridotta rispetto al 24% attuale sarà destinata, nei due anni successivi, a investimenti qualificati e a nuova occupazione secondo il principio, più volte enucleato dal ministro Giorgetti e dal premier Meloni, «chi più assume ed investe meno paga». Anche gli incentivi saranno declinati secondo questo obiettivo politico.

Novità sono in arrivo anche per le imposte indirette. Arriverà un tributo unico, eventualmente in misura fissa, che sostituirà l'imposta di bollo, le imposte ipotecaria e catastale, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie con un tributo unico, eventualmente in misura fissa». Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha anche accennato che è allo studio l'ipotesi di azzerare l'Iva su alcuni beni di prima necessità. Infine, per quanto riguarda l'Imu, è al vaglio l'estensione del regime della cedolare secca anche agli immobili commerciali locati.

La riforma rappresenterà anche l'occasione per accelerare sul versante dell'autonomia finanziaria delle Regioni a statuto ordinario. Nel dettaglio, si punta alla sostituzione dei trasferimenti statali con la compartecipazione al gettito Irpef e all'attribuzione della compartecipazione al gettito Iva in base al luogo effettivo di consumo, ovvero il luogo in cui avviene la cessione dei beni (secondo il principio della territorialità). Si punta anche al «cambiamento di verso» non solo semplificando gli adempimenti (anche mediante compensazione), ma anche con l'introduzione di forme di cooperazione che privilegino l'adempimento spontaneo degli obblighi tributari.

La delega, che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri la prossima settimana, ha una durata di due anni e nei primi 12 mesi il governo punta a raggruppare per settori omogenei le norme vigenti, coordinandole alla normative Ue.

Successivamente verrà codificato il diritto tributario in una parte generale sulla disciplina degli istituti comuni al sistema fiscale (statuto dei diritti del contribuente, dichiarazione, accertamento e riscossione, sanzioni e contenzioso) e in una parte speciale contenente la disciplina delle singole imposte.

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