Guerra in Ucraina

Perché rompere l'equilibrio può essere un rischio

La scelta di inviare carri armati punta alla spallata militare per sostituire Putin

Perché rompere l'equilibrio può essere un rischio

La sanguinosa e stagnante guerra seguita all'invasione russa sta cambiando in maniera radicale in queste ore. La questione che minaccia di modificare lo stagnante equilibrio consiste nella controversa decisione in inviare sul campo di battaglia ucraino un centinaio di carri armati occidentali in grado di mettere gli ucraini in condizione di costringere i russi a ritirarsi persino dalla Crimea, cosa di cui gli americani dubitano e che considerano anzi pericolosa. Si tratterebbe di carri stanziati in Germania e in altri Paesi europei disposti a donarli a Kiev. Questa mossa europea, promossa dal Presidente francese Macron (che ha convinto il riluttante cancelliere tedesco Scholz) secondo le fonti diplomatiche ha creato malumore alla Casa Bianca dove Joe Biden fatica a trovare una posizione distinta da quella europea pur seguitando a rifornire l'Ucraina.

Che cosa è successo? Si è formato un gruppo di Stati europei guidati dalla Francia (e che comprende oltre alla Germania anche la Polonia, la Spagna, nonché Svezia e Finlandia, fuori dall'Unione) che punta alla spallata militare sul campo, per favorire la sostituzione di Putin con una dirigenza filoeuropea uno shock politico per offrirle una via d'uscita dal pantano militare guidata dalla Francia per avviare la sognata integrazione tra Russia europea e Unione europea, seguendo l'antica direttiva gollista. Emmanuel Macron è stato l'unico leader occidentale ad aver riconosciuto - pur condannando l'operazione militare speciale di Putin - legittima la preoccupazione russa per le sue frontiere, cosa che seccamente americani e inglesi negano.

Stiamo così assistendo alla militarizzazione di un paradosso: un gruppo di Paesi europei che puntano sul rilancio di rapporti profondi con la Russia affinché in futuro fornisca tutte le materie prime di cui l'Europa ha bisogno, fornendo in cambio modernità e rivoluzione tecnologica così da rendere Europa e Russia indipendenti dagli Stati Uniti.

L'America sembra presa di contropiede, è divisa tra la corrente democratica della vecchia guerra fredda condivisa dal Regno Unito e la strategia del contenimento-logoramento. Gli americani hanno deciso anche loro l'invio di una trentina di carri Abrahams, meglio armati di quelli russi, ma non puntano sulla cacciata di Putin, quanto sulla possibilità di costringere il presidente russo a trattare: lo ha ben spiegato Joe Biden quando ha detto che agli Usa aiuteranno l'Ucraina finché ne avrà bisogno, ma in una prospettiva di contenimento e dissuasione. Dopo la Francia, il Paese più importante che abbia aderito alla fornitura di carri è la Germania che fino a ieri era contraria: il Cancelliere Scholz era contrarissimo a una soluzione muscolare, ma dopo una visita a Washington annunciò che l'esercito tedesco avrebbe stanziato cento miliardi per il suo rilancio. Oggi, Macron e Scholz hanno concordato l'invio dei Leopard, anche se i francesi non hanno deciso se inviare anche un certo numero dei loro carri pesantissimi e di grande potenza di fuoco Leclerc.

La reazione dei circoli militari moscoviti sembra frammentata: le minacce agli Stati Uniti sono state moderate e, quanto all'Europa, è stato fatto circolare un voluminoso dossier che certificherebbe la presenza in Spagna, Francia, Germania e Stati Uniti di una organizzazione eversiva apparentemente di destra detta Movimento per l'Impero russo, che avrebbe già ispirato la strage di musulmani nella moschea in Nuova Zelanda, le bombe contro gli immigrati in Svezia e l'intensificazione di sparatorie.

Quella che si paventa sarebbe una forte destabilizzazione dell'ordine pubblico e delle divisioni politiche con episodi di cui si sono viste le avvisaglie in Spagna.

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