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La sinistra in extremis nella piazza pro Israele

Schlein e Conte si presentano solo all'ultimo momento alla manifestazione di Roma. Pure i sindacati al corteo

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Partiti, sindacati, associazioni: tutti, chi subito e chi all'ultimo momento e per il rotto della cuffia (esemplare il M5s, che si è risvegliato solo la sera della vigilia), hanno aderito alla manifestazione contro l'antisemitismo indetta ieri sera a Piazza del Popolo dalle Comunità ebraiche.

La piazza è piena, affollata di bandiere europee e israeliane. Spicca uno striscione: «Non una di meno, anche se ebrea», per ricordare il vergognoso silenzio «femminista» sugli stupri etnici di Hamas. Sul palco, nella fredda sera romana, si susseguono messaggi e interventi, a cominciare da quello del presidente israeliano Herzog. Parla il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Nessuno pensi che possa esserci pace senza il diritto di Israele ad esistere in sicurezza». E ancor più netto: «Basta col giochino dell'antisionismo: finisce sempre per diventare antisemitismo». Parla il vicepremier Tajani: «Non ho mai visto immagini come quelle del 7 ottobre». Ci sono ministri (da Nordio a Salvini a Lollobrigida), ex leader come Gianfranco Fini, esponenti sparsi di destra e sinistra: Gasparri, Bergamini, Guerini, Fassino, Zingaretti, Delrio. Se la maggioranza era presente con i propri leader, l'opposizione ha scelto un low profile: c'è Carlo Calenda e con Elly Schlein e Giuseppe Conte che si accodano all'ultimo momento, un po' defilati. Giustificazione: erano impegnati alla Camera sul salario minimo, poi la seduta viene sospesa ben prima dell'inizio della «maratona oratoria» contro l'odio anti-ebraico, fissata per le 19. Un j'accuse pesante arriva dal prefetto Giuseppe Pecoraro, coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo: «Ma ci voleva la Comunità ebraica per organizzare una manifestazione contro l'antisemitismo che rialza la testa? Ora c'è la corsa ad andarci, ma nessuno l'ha promossa: partiti, sindacati, associazioni, niente. Vuol dire che la comunità ebraica si deve difendere da sola, e non è giusto: è il momento delle scelte. E finora c'è stato un silenzio assordante, dai sindacati alle università allo sport».

Il Pd ha deciso l'adesione ufficiale solo lunedì. A pesare è stato soprattutto il doloroso monito della senatrice a vita Liliana Segre: «Si pensa sempre che sia finita, invece rivediamo gli ebrei braccati e uccisi in quanto ebrei, chiamati a discolparsi, costretti a nascondersi in quanto ebrei». Tirarsi indietro sarebbe stato impossibile, anche perché molti nel partito premevano per una scelta chiara. In piazza c'è la parlamentare Lia Quartapelle: «Esserci è doveroso: dopo l'eccidio del 7 ottobre l'antisemitismo è tornato a mostrarsi apertamente. E proprio in queste ore si vede la sua altra faccia: l'antisionismo. Perché le critiche legittime al governo Netaniahu, diffuse a sinistra, diventano generalizzazioni contro gli ebrei. Siamo qui stasera per contrastare anche questo volto insidioso dell'antisemitismo». Lele Fiano ricorda: «Il 12 maggio 2021 Enrico Letta non esitò a salire sul palco del Ghetto con Meloni, Salvini, Tajani in solidarietà con Israele contro i bombardamenti di Hamas». La cosa, sottolinea, «creò polemiche nel Pd, ma lui le ignorò. Anche Schlein poteva arrivare prima. Ma è importante che abbia inviato una delegazione, tenendo la barra dritta sulla solidarietà con Israele contro l'orrore del 7 ottobre».

Per Fausto Raciti la sinistra italiana «dovrebbe ricordare che in ogni momento di riscatto del paese, dal Risorgimento alla Resistenza, gli ebrei sono stati protagonisti».

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