Cronache

Roma, rogo mette ko la stazione Tiburtina. Caos treni in tutt’Italia

Distrutto il secondo scalo della capitale, traffico ferroviario in tilt. Viaggiatori intossicati dal fumo

Roma - Un violento incendio ha spezzato in due la rete ferroviaria italiana. Ieri mattina, poco dopo le quattro, le fiamme partite da una conduttura elettrica hanno rapidamente distrutto la cabina elettrica e gli attigui uffici del vecchio edificio della stazione Tiburtina, secondo nodo ferroviario della capitale e prossimo a divenire il primo grazie ai lavori di ampliamento per consentire l’accesso e il passaggio dei treni ad alta velocità.

Le fiamme, che hanno avvolto importanti cavi elettrici che di fatto «governano» il funzionamento dei treni, si sono notevolmente autoalimentate poiché i vigili del fuoco hanno dovuto agire con cautela. Hanno impiegato tutta la gioranta i i pompieri per poter spegnere l’incendio. Allo scopo hanno messo sul campo dieci squadre, quattro autobotti, un carro schiuma e un mezzo speciale venuto dall’aeroporto di Fiumicino che serve per spegnere gli incendi sugli aerei e chiamato «polverina» proprio perché lancia della polvere. A supporto anche quattro autobotti della Protezione civile presente nella zona per aiutare i residenti di alcuni quartieri limitrofi cui proprio ieri era stato interrotto il servizio idrico.

L’incendio non ha provocato vittime tra i passeggeri in transito. Alcuni sono rimasti intossicati e le autorità hanno invitato anche i residenti della zona a chiudere le finestre a causa del fumo acre sviluppatosi del vecchio edificio della stazione.

Molto pesanti, invece, le ripercussioni sul traffico ferroviario e cittadino, con la chiusura per qualche ora anche della linea B della metropolitana. La stazione Tiburtina è stata dichiarata inagibile anche se per fortuna le fiamme hanno risparmiato il nuovo edificio che ospiterà il «cuore» operativo del nodo ferroviario quando sarà attivata la linea dell’alta velocità. Non sono esclusi, però, slittamenti sul calendario dei lavori in corso alla stazione. Le Ferrovie dello Stato parlano già di «danno notevole», di «stazione inagibile», per non dire dei riflessi negativi sul traffico ferroviario. Si parla anche di rischio di «collasso» per l’intero cantiere, anche se ancora mancano i riscontri definitivi dei periti.

Fin dalle prime ore della mattinata sono, poi, circolate voci di un ipotetico dolo. I vigili hanno subito smentito di aver trovato tracce di innesco. La Polizia ferroviaria lascia aperta ogni ipotesi mentre i comitati No Tav respingono con sdegnati comunicati sui social network qualsiasi speculazione al riguardo. «Basta con queste storie su quanto siano violenti i No Tav - recita uno dei post lasciati sulla pagina d Facebook -. Non siamo violenti, siamo determinati, è diverso!» A calmare gli animi ci pensa, in serata, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Massimiliano Gaddini. «La causa dell’incendio - spiega il comandante - è probabilmente di tipo elettrico, ma è da verificare una volta che entreremo nel cavidotto. Mi sembra, tutto sommato, un classico incendio generato da cause elettriche. E al momento mi sento di escludere al 90 per cento che all’origine del rogo ci possa essere un’altra causa». Una volta spento l’incendio, il problema più urgente è rappresentato dal fumo. I rischi maggiori in questi casi riguardano, come sempre, i più piccoli, gli asmatici e coloro che soffrono di malattie respiratorie. «Un primo rischio - spiega Maria Caterina Grassi professore di farmacologia e tossicologia alla Sapienza - è legato all’ossido di carbonio. Un secondo, più subdolo e più nocivo, rimanda direttamente al cianuro che può essere liberato da incendi che riguardano materiali plastici e computer».

Oggi intanto parte il piano «straordinario» di mobilità con il quale il Comune di Roma intende aiutare i pendolari che entrano in città per recarsi al lavoro.

Saranno intensificati i servizi sugli altri tratti ferroviari della città e potenziati con servizi pullman per evitare al massimo i disagi di chi deve prendere il treno per recarsi in città.

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