Cultura e Spettacoli

Baricco, Lucarelli e il bel "giallo" (molto intricato) di Davide Longo

Ci sono due gialli particolarmente interessanti di cui si parla in questi giorni

Baricco, Lucarelli e il bel "giallo" (molto intricato) di Davide Longo

Ci sono due gialli particolarmente interessanti di cui si parla in questi giorni. Il primo è un libro: Una rabbia semplice di Davide Longo (Einaudi), uscito da una decina di giorni (assieme alle riedizioni di altri due suoi romanzi: Il caso Bramard e Le bestie giovani) che sta avendo grande successo di vendite e di critica.

L'altro giallo è «il caso Davide Longo». Cioè questo. Il 26 gennaio, sul sito Repubblica.it, Alessandro Baricco ha videorecensito il nuovo romanzo di Longo spingendosi verso vette di elogi difficilmente ritrovabili nella nostra critica quando parla di letteratura italiana. E sabato, sul Corriere della sera, anche Carlo Lucarelli ha dedicato una pagina di grandissimo trasporto letterario ed emotivo allo stesso romanzo. Usando - però - frasi identiche a quelle di Baricco (o meglio: alle frasi di «lancio» della videorecensione di Baricco sul sito di Repubblica). «Ma come è possibile che sia #Lucarelli che #Baricco recensiscano lo stesso libro di Davide Longo su Repubblica e Corriere utilizzando esattamente le stesse parole?» si chiede un lettore (Giacomo Planeta) su Twitter? Già, come è possibile?

In Rete il giallo dura tutta una giornata - Lucarelli giura di non aver copiato, Repubblica si scusa - poi si scioglie: il redattore di Repubblica.it che ha scritto il lancio del video (il 26 gennaio) invece di usare una frase detta da Baricco, per errore o pigrizia, ha usato una frase che Lucarelli (attenzione a questo passaggio) aveva scritto nel suo pezzo e aveva già mandato all'ufficio stampa Einaudi, il quale lo aveva messo in rassegna stampa prima ancora che fosse pubblicato. Rassegna stampa che intanto era già stata spedita a Repubblica.it (!). Da qui il pasticcio...

Comunque, chiarito un giallo, ne restano altri. Uno: come è possibile che Baricco esalti un suo ex allievo e ora insegnante della sua Scuola Holden? Due: come è possibile che sia Lucarelli sia Baricco esaltino un libro della loro casa editrice (Einaudi)? Tre: perché nessun critico si era accorto di niente? E sopratutto: ora, sotto la fascetta «Sono arrivato alla fine con il sorriso del lettore entusiasta» già pronta per la ristampa, quale dei due nomi metteranno?

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