Foibe, nuove polemiche su Cristicchi: "Cacciatelo dall'Anpi"
7 Gennaio 2014 - 12:42Accusato di fare "propaganda antipartigiana", il cantautore romano si difende: "Ho fatto il mio dovere di artista"
Riesplodono le polemiche sullo spettacolo (Magazzino 18) che Simone Cristicchi ha dedicato alle foibe. Il giovane cantautore romano, accusato di "propaganda anti partigiana", si difende in questo modo: "Ho solo fatto il mio dovere di artista". Ma per qualcuno si tratta di un affronto: una Onlus, la Cnj - come riporta il Tempo - fa sapere di aver raccolto molte adesioni di partigiani e dei loro eredi per l'espulsione di Cristicchi dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) perché alimenta "a livello mediatico e diffusivo a mezzo web una propaganda politica antipartigiana". Non si accetta il fatto che Cristicchi provi a rompere il pensiero dominante antifascista. Quello stesso pensiero che per decenni ha letteralmente cancellato la memoria delle foibe.
Nel suo spettacolo Cristicchi è andato al Porto Vecchio di Trieste, dove al Magazzino 18 (che dà il nome allo spettacolo) sono tuttora conservate molti oggetti appartenuti agli esuli (mobili, suppellettili e molto altro). A quegli oggetti di vita quotidiana il cantante ha ridato i nomi dei proprietari, con il legno e il ferro che diventano voci di uomini, donne e bambini le cui radici sono state barbaramente estirpate.
Anche il quotidiano il manifesto ha recensito lo spettacolo: prima lo ha demolito, poi ha corretto il tiro e lo ha stranamente incensato. Ora, invece, arriva la richiesta di espellere Cristicchi dall'associazione partigiani, di cui il cantautore fa parte dal 2010 ("La tessera - racconta lui sulla propria bacheca Facebook - mi è stata donata dall'Anpi stessa nel 2010 come attestato si riconoscenza per lo spettacolo con il Coro dei Minatori di Santa Fiora").
Come andrà a finire? "La polemica e gli attacchi di alcuni sedicenti "antifascisti" e "difensori della democrazia" - spiega al Tempo - non mi colpiscono più di tanto. Da artista libero, sono ormai abituato agli attacchi di chi non vuol vedere i chiaroscuri della storia. Con "Magazzino 18" penso di aver fatto il mio dovere di artista, raccontando una pagina dolorosa e poco nota, e aver reso agli esuli istriani fiumani e dalmati ciò che spettava loro da 60 anni. La dignità della memoria". Ed è un motivo più che sufficiente per andare avanti.