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Il prezzo della felicità

Una ricerca scientifica afferma che centomila euro bastano per rendere le persone più contente. Ma è davvero così?

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I soldi fanno la felicità. O, almeno, è questo che dice la scienza. Uno studio condotto dalla rivista della National Academy of Sciences afferma infatti che guadagnare di più rende le persone più contente (ma solo dai centomila euro in su). Sulla carta, siamo d'accordo. I quattrini allietano le nostre vite ed è meglio averli, magari in abbondanza, piuttosto che essere in bolletta. Ma il vero interrogativo, che la ricerca non pare tenere a mente, è: come facciamo ad ottenere quei soldi?

Ipotizziamo che, per arrivare ai tanto agognati centomila euro, dobbiamo lavorare undici, dodici ore al giorno (perché purtroppo per il momento i soldi non crescono sugli alberi). Ammettiamo pure che il nostro lavoro ci piaccia. Ma il gioco vale la candela? Siamo disposti a farlo? Cosa perdiamo in cambio di quei centomila euro? C'è un film che racconta bene tutto questo: Cambia la tua vita con un click. Il protagonista, Michael, è un architetto che vuol far carriera. È disposto a tutto e lavora giorno e notte per riuscire a sfondare. La casa sull'albero per i figli? Può aspettare. Le vacanze in famiglia? C'è tempo. Un giorno, però, incontra Morty, che gli dona un telecomando "magico", che gli permette di gestire la sua vita diversamente. Può andare avanti veloce in occasione di una cena noiosa coi genitori. Può usarlo per cambiare la lingua dei suoi interlocutori giapponesi e comprendere cosa si stanno dicendo (e così ottenere un grande successo sul lavoro). Ma, a un certo punto, Michael diventa schiavo del telecomando. È l'oggetto a comandarlo. È sempre il telecomando, che ha una sorta di memoria, a mandare automaticamente avanti tutti gli eventi non interessanti (compreso il sesso con la moglie: una figuraccia). E così il protagonista si trova con un padre morto, una compagna che lo ha lasciato e i figli, di cui non sa nulla, ormai grandi. Michael ha un malore e, con l'ultimo filo di vita che ha in corpo, raccomanda al figlio, che nel frattempo ha iniziato a far carriera, di tenere in considerazione solo le cose realmente importanti per un uomo: la famiglia, gli affetti, i genitori, gli amici. Fortunatamente, ma lo si scopre solo alla fine del film, tutto quello che Michael ha vissuto è solo un sogno e, non appena si sveglia, può godere davvero della propria vita, dando la giusta importanza al lavoro (e dunque ai soldi).

Michael a quei centomila euro ci era arrivato. Probabilmente li aveva pure superati.

Ma poi si era reso conto che valevano di meno del gioco di prestigio di suo padre. Della casa sull'albero dei figli. Del tempo da dedicare alla propria famiglia o ai propri interessi. Tutte cose che i soldi non possono comprare. Con buona pace della scienza.

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