Elezioni Regionali

"Elly, perché non riesci a capire?". Marsilio asfalta Schlein sulle origini abruzzesi

Il presidente della Regione Abruzzo denuncia la presenza di telecamere sotto casa sua per dimostrare che lui non vivrebbe in Abruzzo: "Violata la mia privacy, frutto avvelenato di una campagna diventata nazionale"

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La campagna elettorale in Abruzzo, giunta al penultimo giorno prima del silenzio in vista del voto di domenica 10 marzo, diventa sempre più agguerrita e, a tratti, anche più scorretta. A farne le spese è il presidente di Regione uscente e ricandidato dal centrodestra a governatore, Marco Marsilio, che non ci sta e si sfoga con un video pubblicato sul proprio profilo Facebook in polemica con il luogo comune secondo il quale lui sarebbe "catapultato da Roma". "Questa mattina sotto casa mia a Pescara sono trovate le telecamere che in diretta televisiva dovevano sfatare la leggenda nera che io non viva in Abruzzo, che io non sia abruzzese", denuncia l'esponente di Fratelli d'Italia.

Il blitz è "il frutto avvelenato di una campagna che sotterranea è diventata nazionale, con i leader politici del centrosinistra e grillini che vengono in Abruzzo a darmi questa accusa razzistella e vagamente discriminatoria - sottolinea Marsilio -. Essendo nato a Roma, pur da genitori abruzzesi e da famiglia abruzzese da 7 generazioni, non sarei titolato a governare l'Abruzzo. Quindi mi ritrovo anche con la violazione della mia privacy, spero che la pubblicazione delle immagini della mia casa non finiscano per alimentare qualche malintenzionato paranoico, che ci venga a cercare. Ma tant'è, ho dovuto mostrare i panni spesi sul balcone per dimostrare che vivo qui".

il "gioco sporco" del Partito Democratico e dell'alleanza del centrosinistra sembra quindi evidente. "Mi stupisco che ad alimentare queste accuse ci sia una donna come Elly Schlein che ha una storia personale che dovrebbe permetterle di comprendere la mia condizione. Come dire, una doppia cittadinanza: abruzzese a Roma e romano in Abruzzo". Marsilio fa notare infatti il paradosso che le accuse arrivino da una leader dem con una biografia caratterizzata da molteplici radici socio-culturali: "Lei è figlia di uno statunitense che l'ha fatta nascere e crescere in Svizzera, ha la mamma italiana e il nonno lituano. Cos'è che non capisce di questa doppia identità culturale e di questa pluralità di cultura, crescita e formazione?", si chiede retoricamente Marsilio -. Lei ha tutto il diritto e il dovere di sentirsi italiana e di aver scelto l'Italia come patria d'elezione, nella quale si candida, viene eletta in Parlamento, è capo di un partito che si candida a guidare il Paese".

Il presidente della Regione Abruzzo si augura che "queste polemiche personali che colpiscono l'uomo e la famiglia cedano il passo a discorsi di merito". Tuttavia il problema è proprio qua: "Se parla di ospedale e qualcuno come Bruno Vespa, non io, gli ricorda che ne sto costruendo quattro nuovi, ha ragione, non può parlare di sanità - conclude polemicamente Marsilio -. Parla di trasporti e trova uno che compra i treni e gli autobus che Luciano D'Amico (il candidato governatore del centrosinistra, ndr) da quando era presidente della Tua (la Società Unica Abruzzese di Trasporto, ndr) non ha comprato lasciandoci il parco mezzi forse più vecchio d'Italia?".

Infine, la stoccata conclusiva: "Ho capito, Elly, non hai argomenti: continua a insultarmi perché sono nato a Roma e per il resto vatte a durmì".

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