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"L'angelo della morte...". Dopo Sardone, anche Cisint nel mirino degli islamici

Minacce, nemmeno troppo velate, sono piovute su Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, per le sue iniziative contro il predominio islamico in città

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Ancora un politico, ancora una donna, nel mirino degli islamici del nostro Paese. Dopo Silvia Sardone, anche Anna Maria Cisint è finita nel vortice delle minacce di morte. La sua "colpa" è aver assunto alcune ferme posizioni in quanto sindaco di Monfalcone, dove sta lavorando per riportare il decoro, dopo anni in cui al centro di cultura islamico locale è stato concesso pressoché tutto in città. Sono tanti i cittadini che hanno chiesto al sindaco di intervenire per ripristinare le condizioni di vivibilità di Monfalcone, che da sempre rappresenta un porto tra l'oriente e l'occidente, città aperta e cosmopolita ma con dei limiti, che sono quelli della convivenza civile, dove non vi è prevaricazione.

Ed è proprio nel rispetto delle regole, che è ciò che viene chiesto a ogni cittadino, italiano e non, che vive sul territorio nazionale, che il sindaco ha disposto la chiusura di due centri culturali sorti a Monfalcone. Non sono luoghi di preghiera, quindi non possono essere utilizzati a questo scopo: con questa motivazione, il sindaco ha decretato lo stop alle attività. Al contempo, ha poi negato l'autorizzazione alla preghiera negli spazi all'aperto, in un piazzale prospiciente uno dei due centri culturali chiusi. "I bengalesi si stanno comprando tutto: appartamenti, attività commerciali, anche interi stabili. Hanno deprezzato tutto, dove arrivano, gli italiani non comprano più... Ci vogliono cancellare", ha dichiarato di recente il sindaco in un intervento pubblico.

Una tendenza che, in realtà, preoccupa molti sindaci. Ma la notizia del pugno di ferro su Monfalcone ha iniziato a circolare nelle comunità web islamiche e da qui sono piovuti non pochi insulti, minacce ma anche proclami sui quali è necessario porre un faro. "Non riusciranno a fermarci, Allah Huakbar", scrive un utente a commento della notizia di chiusura del centro islamico in provincia di Gorizia. Ma sono soprattutto alcuni messaggi arrivati al sindaco a destare preoccupazione per il clima che si sta creando a Monfalcone e non solo. "Allah, l'unico e solo Dio. Buono o cattivo, giusto o sbagliato. Allah sceglierà la giusta punizione per la persona responsabile. Allah si arrabbierà con te. Oggi o domani? Morte? Si, l'angelo della morte riporta l'anima ad Allah", è, invece, uno dei messaggi arrivati a Cisint. I toni sono inquietanti, le minacce dirette.

L'invocazione all'unico Dio, che è Allah, nei confronti di un sindaco italiano conferma l'intenzione di islamizzazione, elemento che si riscontra in molte conversazioni tra islamici in riferimento al nostro Paese e, in generale, all'Europa. "Allah ti dà la vita e Allah ti dà la morte. Sei il benvenuto, diventa musulmano, non è troppo tardi prima della tua morte", si legge in un altro messaggio dai toni catastrofisti.

Il sindaco Cisint, comunque, non si lascia intimorire e prosegue nella sua opera con fermezza, anche su richiesta dei tanti cittadini che hanno chiesto un intervento al primo cittadino.

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