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I soldi del vescovo nelle tasche di Casarini

Da monsignor Castellucci due bonifici per 30mila euro. La Finanza: "Usati per interessi privati"

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Uno scambio di messaggi «commosso» quello tra l'ex no global Luca Casarini in cerca di donazioni dalla Chiesa per le sofferenti casse della ong Mediterranea e l'arcivescovo di Modena Erio Castellucci, vicepresidente per l'Italia settentrionale della Cei. La diocesi di Castellucci esegue un bonifico da 20mila euro nel settembre 2020, e un altro da 10mila nel gennaio 2021, sul conto corrente di Giuseppe Caccia, capo missione della Mare Jonio, e destinato alla ong. «Entro martedì dobbiamo pagare 40mila euro», spiega Casarini all'arcivescovo chiedendogli aiuto. E don Castellicci - che pochi giorni fa ha rivendicato con convinzione le donazioni per la ong dopo il caso sollevato dalla Verità - scrive a Casarini: «Sono tante le emozioni e le riflessioni che vorrei esprimere: tra sdegno e rabbia per l'indifferenza quasi generale e la gratitudine e stima per te e gli altri amici, che state davvero mettendo in pratica quello che Gesù ha proposto. L'iniziativa è molto valida: occorre che ci si coordini e certamente don Mattia potrebbe essere un «perno» per quanto riguarda le diocesi. Dopodomani vedo il cardinale Zuppi, con il quale parleremo anche di questo». Don Mattia, è don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Mare Jonio. Casarini ringrazia: «Grazie per quella che tu chiami una goccia nel mare (il bonifico, ndr). Queste gocce, come le lacrime, sono calde. Si fanno strada nell'acqua resa gelida dall'indifferenza () Siamo in assoluta emergenza, ma io credo che se costruiamo bene la proposta dell'associazione, se organizziamo il fatto che una volta al mese le parrocchie delle diocesi possano destinare una lacrima, le offerte raccolte dai fedeli, al soccorso in mare (). Provo a mettere giù uno schema di costruzione della associazione Grande Lago di Tiberiade, cosicché tu possa parlarne a don Matteo Zuppi».

Agli atti dell'inchiesta della Procura di Ragusa che indaga Casarini e altre persone per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, c'è molto del modus operandi del gruppo. Stigmatizzato così dai finanzieri, che allargano lo sguardo alla raccolta fondi di Mediterranea: «Le somme raccolte e pubblicizzate come destinate per il salvataggio di vite in mare sarebbero in realtà destinate per la gran parte a interessi personali». E «all'insaputa dei donatori, ignari del fatto che la Mare Jonio è di una società commerciale, la Idra», cioè società armatrice di Mare Jonio che ha ricevuto 125mila euro dagli armatori danesi dopo il trasbordo dei migranti dalla Maersk Etienne. Il caso su cui si è aperta l'indagine. Insomma per le Fiamme Gialle, la ong, almeno nel 2020, sarebbe stata «strumentale per il reperimento di fondi atteso che le erogazioni versate sui conti correnti della stessa vengono sistematicamente trasferite sui conti correnti della Idra, bypassando le regole di trasparenza e gli obblighi di rendicontazione e facendo disperderne le tracce». Gli investigatori annotano «l'ammontare dei bonifici in arrivo dal 07.11.2019 al 05.11.2020 per complessivi euro 624.795 e quello dei bonifici a favore di Idra nel periodo dall'11-11.2019 al 12.10.

2020, per complessivi euro 549mila».

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