Calcio

Malagò intercettato e il condominio serie A

Il n°1 Coni: "I presidenti delinquenti veri". Ieri replica di Preziosi: "Forse lo è lui"

Malagò intercettato e il condominio serie A

L'inchiesta penale (ipotesi di corruzione tesa a favorire Sky) in merito alla trattativa per i diritti tv del calcio di serie A del triennio 2018-2021, su richiesta della stessa procura di Milano, è stata archiviata dal gip Chiara Valori nel mese di maggio 2022 con la spiegazione che «non è configurabile il reato». Identico provvedimento fu adottato per i sei personaggi coinvolti nella vicenda: Giovanni Malagò, presidente del Coni e all'epoca commissario straordinario della Lega calcio, Gaetano Miccichè ex presidente della Lega serie A, Andrea Zappia ex manager di Sky, Massimo Bochicchio, il noto broker morto in un incidente di moto il 19 giugno scorso, Giampaolo Letta produttore tv e Giovanni Barbara, allora presidente dei revisori della stessa Lega. Eppure, a molti mesi di distanza, dal fascicolo, secondo antica e nota tradizione della giustizia italiana, sono spuntate fuori alcuni intercettazioni telefoniche tra due dei personaggi coinvolti nell'indagine, pubblicate dal quotidiano la Repubblica, che hanno riportato a galla la vicenda e avvelenato nuovamente il clima nel calcio italiano.

In una di queste conversazioni, avvenute tra Giovanni Malagò e il manager Sky Zappia, il presidente del Coni avrebbe definito i presidenti di serie A «delinquenti veri» citando espressamente alcuni di essi, tra cui Enrico Preziosi, in quei mesi presidente del Genoa, e Claudio Lotito, attuale senatore di Forza Italia nonché presidente della Lazio. Nella ricostruzione dei fatti sottoposti a indagine, firmata dalla stessa procura milanese, venne anche riconosciuto che l'elezione di Gaetano Miccichè, candidato da Malagò alla presidenza della Lega, contestata come formalmente irregolare secondo qualche presidente, «non può dirsi falso e corrisponde anzi a quanto realmente accaduto come documentato da una registrazione audio». La prima reazione registrata al telefono dall'agenzia Ansa, è arrivata da Enrico Preziosi uscito dal calcio dopo la cessione delle quote di maggioranza del Genoa al fondo americano 777 Partners. Ha dettato Preziosi: «Il fatto che oggi Malagò mi giudichi un pregiudicato mi sorprende perché anche mesi fa ci siamo incontrati e abbracciati. Mi sembra che lui si debba difendere da un'accusa di corruzione, forse il delinquente è lui... Non riesco a capire come possa fare così un essere umano, ci siamo rivisti tante volte e ci siamo sempre abbracciati, forse abbracciava un delinquente».

Per chi ha frequentato le assemblee della Lega di serie A dei tempi più o meno recenti e il clima litigioso da assemblea condominiale, lo scenario descritto non è assolutamente una novità.

Dissidi e polemiche aspre sono sempre state all'ordine del giorno, anche durante la pandemia. Dopo le dimissioni di Miccichè, venne eletto per due volte il manager Paolo Dal Pino che ha vissuto la stessa atmosfera prima di decidere il trasferimento negli Usa.

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